« Scusate, che fate in giardino al buio? »
« Noi? Tu! »
« Ho litigato col mentecatto, o meglio, inizialmente volevo fare una passeggiata romantica tra gli alberi fino alla scogliera, ma abbiamo litigato».
« Guarda, che la scogliera di notte è estremamente pericolosa », Gaby non aveva ben gradito quella sorpresa, Desirée la fissava indispettita, ma per altri motivi.
« Non dirmi, che ti stavi infrattando nel mio giardino? » le domandò a denti stretti, era molto gelosa delle sue cose.
« Giardino! Sono un paio d’ettari.»
« Tu hai casa tua! »
« Qui è più romantico! » Gaby, si era piazzata accanto a Sophie con le braccia incrociate sul petto in segno di sfida e la guardava con estrema diffidenza.
« E perché avreste litigato? »
« Voleva mangiare! ».
« A quest’ora? », Desirée scosse la testa e si voltò proseguendo il cammino interrotto. Intanto Sophie spiegava con voce alterata dall’ira.
« Io gli ho detto, che l’unica categoria d’esseri viventi che mangia a quest’ora, sono i gatti randagi che svuotano i bidoni della spazzatura e che avrebbe potuto unirsi a loro. Quello è stato viziato! Ehi! Ma dove vai? »
« Per l’amor del cielo Gaby, falle giurare tutto quello che vuoi, ma dille dove stiamo andando.». Fu il secco ordine di Desirée, Gaby invece sibilò.
« Tu non ci puoi venire con quell’abbigliamento ». Sophie sollevò l’abito lungo mostrando le scarpe basse, le aveva messe per non sembrare troppo alta accanto al nuovo ragazzo, annodò su un fianco i lembi dell’abito, che in realtà servivano solo da contorno a due vertiginosi spacchi, allargò le braccia con un sorriso, così poteva andare ovunque.
Desirée intanto aveva raggiunto una piccola casetta di legno, che fungeva da ripostiglio degli attrezzi e stava tirando su una pesante botola dal pavimento, mettendo in vista delle strette scale.
« Ancora non mi avete detto dove stiamo andando », disse Sophie raggiungendola di corsa.